Di: II B Pirandello
In occasione degli 80 anni dalla prima pubblicazione, avvenuta il 6 aprile 1943
Tutti conoscono la storia del Piccolo Principe. Le Petit Prince. Perciò non staremo qui a parlarvi di questo. Ora, immaginatevi la storia raccontata dal punto di vista di alcuni personaggi. Questa è la nostra versione dei fatti.
La rosa:
Io non so cosa voglia dire il termine “vanitosa”. Tutti mi dicono che lo sono. Non so cosa significhi, ma sembra dispregiativo.
Io sono bellissima.
Io sono incantevole.
Io sono delicata. La più delicata
La mia bellissima chioma di leggeri petali rosa attira ogni piccola creaturina. Le mie preferite sono le api, sono così graziose.
Oh, ieri è successo qualcosa di strano, ho incontrato uno strano signorino. Aveva dei bellissimi capelli dorati e riccioluti. Mi piacciono tanto i suoi capelli, sono quasi, e sottolineo quasi, più belli dei miei.
Era vestito da principino, sembrava pronto per un ballo.
Quella mattina mi sono svegliata, come al solito, tutta spettinata. Lui mi fissava stupito, quasi innamorato di me. Gli ho chiesto di innaffiarmi, di rinfrescarmi.
A quel punto cominciai a esporre tutti i miei privilegi.
Io ho un ottimo profumo.
Io sono di un’altezza perfetta.
Io ho delle spine che mi proteggeranno sempre. Ha detto che mi proteggerà dal vento con una campana di vetro. Forse mi piace, forse mi sono innamorata. Negli ultimi giorni però si è un po’ allontanato. Ma quindi, lui ricambia?
Il geografo:
Sapete che cosa fa il geografo? Il geografo è un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti. Io so tutto questo. Io sono l’unico abitante sul sesto pianeta. 1 ab/km², dato assolutamente irrilevante rispetto alle statistiche e ai grafici svolti nell’area chiamata Terra e… ma questi sono assolutamente futili dettagli.
Però io… ho solo questo. Io non sono un esploratore, io non viaggio alla scoperta di nuovi orizzonti. I dati e le statistiche sono le mie uniche risorse.
Qualche giorno fa stavo studiando delle rocce portate dagli esploratori provenienti dal pianeta Terra, quando mi si presentò davanti un piccolo ometto. Un piccolo esploratore, oserei dire; dice di chiamarsi… in effetti non me l’ha detto. Io chiedo sempre il nome, mi ha incuriosito così tanto?
L’unica cosa che gli chiesi era: com’è fatto il tuo pianeta?
Il suo era un pianeta strano, con 3 vulcani e un effimero fiore. Cioè: un fiore! Cosa diavolo me ne importa di un fiore.
Alla fine si è preoccupato del suo fiore, pensava che potesse facilmente farsi male.
Mi chiese in che pianeta poteva andare, “la Terra” gli dissi. La Terra era il posto perfetto per lui. Quel ragazzo lasciò in me un unico pensiero: ma io non sono curioso di scoprire?
La volpe:
Nel deserto fa caldo. Nel deserto fa molto caldo. Viaggio da mesi sotto il sole e sotto le stelle. Mi manca un padrone. Mi manca giocare. Mi manca tutto.
Sono solo una piccola creatura, in un mondo malato.
La storia del mio padroncino inizia così.
Vicino ad un arbusto di rose rosse, trovo un ragazzo. Sembra un principe.
Non sapeva chi fossi. Volevo giocare con lui, però… però non potevo. Non ero ancora addomesticata. Non sapeva cosa volesse dire. Io volevo stringere un legame con lui, una relazione. Ormai nessuno addomestica più.
“Se tu mi addomestichi, ci potremo riconoscere sempre, per me sarai unico nel mondo”, questo gli dissi, “quando guarderò il grano, mi ricorderò di te”.
Lui voleva addomesticarmi ed io volevo essere addomesticata.
Iniziò il procedimento.
Ogni giorno ci avvicineremo sempre di più.
Ci incontravamo ogni giorno alla stessa ora.
Ero molto triste quando ci lasciavamo, piangevo.
Andò a guardare le rose, ci parlò.
Poi tornò: “addio”.
Il mio cuore andò in frantumi, ma era giusto così. Lui aveva speso più tempo per la sua rosa, era di conseguenza più importante di me.
Gli ricordai il mio segreto: “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Partimmo entrambi, per due strade diverse.
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