Blog

LA FESTA DEI LAVORATORI

25 Mag 2023

Di: Sara Mariani della classe IID Rosai

La Festa dei Lavoratori, per noi studenti, significa soltanto una cosa: niente scuola! Ma cosa sappiamo realmente sulla Festa dei Lavoratori, di cosa è successo in passato, e di come si sono battute alcune persone per guadagnare dei semplici diritti che oggi li riteniamo superficiali?
La Festa dei Lavoratori viene celebrata in tutto il mondo il 1° maggio, e ha origini statunitensi. Infatti, il 1° maggio 1886, in occasione del 19° anno dall’ottenimento di una legge sulle 8 ore, fu indetto uno sciopero generale da parte dei sindacati americani.
A Chicago, ci fu addirittura una grande manifestazione per festeggiare questo importante risultato, dove però avvennero numerosi scontri violenti con morti e feriti sia tra i manifestanti sia tre le forze dell’ordine. La notizia scosse l’intero mondo e in moltissimi Pesi, a partire da quell’anno, si tennero manifestazioni per ricordare le vittime e per rivendicare i diritti dei lavoratori.
Al Congresso internazionale di Parigi del 1889 venne scelto il 1° maggio come Festa internazionale dei Lavoratori, e, da allora, questa festa venne celebrata in numerosi Paesi. In Italia le manifestazioni dedicate a questa festività iniziarono l’anno seguente e continuarono fino al 1923, anno in cui le 8 ore lavorative divennero legge. Durante il periodo fascista, la festività venne anticipata al 21 aprile con la denominazione Natale di Roma- Festa del Lavoro, per poi essere ripristinata alla fine della guerra.
Da allora, ogni anno si svolgono numerose manifestazioni pubbliche in particolare a Roma.

SARAH CHAPMAN
Conoscevi Sarah Chapman? Io no, ma dopo aver visto il secondo film di Enola Holmes, questa figura mi ha seriamente incuriosita.
Sarah Chapman nacque nel 1865 in Inghilterra, quinta di sette figli. A soli 19 anni, assieme alla madre e alla sorella maggiore, era già impiegata come macchinista alla Bryant & May, una fabbrica di fiammiferi. I fiammiferi della fabbrica però erano creati con un particolare tipo di fosforo bianco, che creava gravi malattie che si manifestavano con mal di denti o sintomi influenzali. La Bryant & May era a conoscenza di questa situazione eppure, se una lavoratrice si fosse lamentata di avere mal di denti, sarebbe stata automaticamente licenziata.

A tutto questo si aggiungevano 10 ore di lavoro co salari bassissimi e numerose ingiustizie. A denunciare questo fu l’attivista Annie Besant con un articolo pubblicato in “The Link”. Come per rispondere a quell’articolo, la Bryant & May tentò di costringere i lavoratori documenti in cui negavano le accuse, ma i dipendenti si opposero. Il 5 luglio 1888 circa 1.400 ragazze e donne scioperarono. Fedele alleata di donne coraggiosissime, dopo un incontro con la Chapman ed altre tre giovani, Annie Besant garantì la sua presenza nella creazione di un vero e proprio comitato di sciopero.
Mary Naulls, Mary Cummings, Sarah Chapman, Alice Francis, Kate Slater, Mary Driscoll, Jane Wakeling ed Eliza Martin furono i primi membri di questo comitato. Riuscirono a farsi sempre più spazio, ottenendo l’aiuto di Toynbee Hall e del London Trades Council. Istituirono un sindacato (l’Union of Women Match Makers), addirittura dodici donne furono elette al comitato, tra cui proprio la Chapman.
Questo divenne il più grande sindacato femminile dell’Inghilterra e la stessa Chapman divenne prima rappresentante dell’Unione del Trades Union Congress (TUC).
Lo sciopero delle fiammiferaie nel 1888 fu “la prima azione sindacale in assoluto intrapresa da donne per le donne. Ha migliorato per sempre le loro condizioni lavorative”. Infatti, da quel momento in poi la Bryant & May ricevette cattiva pubblicità e nel 1901 la fabbrica annunciò che non avrebbero più usato il fosforo bianco. Infatti, nel 1908, la Camera dei Comuni approvò una legge che vietava l’uso del fosforo bianco. Da quel momento in poi, la Chapman e gli altri coinvolti nello sciopero del 1888 sono ormai identificati come “precursori della parità di genere e della moderazione sul lavoro che hanno lasciato un’eredità duratura al movimento sindacale”.


CONDIVIDI:

Articolo precedente

Articolo successivo