Di: Sara Mariani, 2D Ottone Rosai
Rob Fitzgerald si innamora. È la prima volta che gli capita, ed è anche la prima volta che gli capita di avere davanti agli occhi un angelo caduto dal cielo, Destry Camberwick. Ma è anche terribilmente timido, e soffre di attacchi di panico. Decide però di fare colpo sulla sua nuova compagna di classe tentando di superare le proprie insicurezze, facendosi aiutare dal suo migliore amico, Andrew e da un accidenti di nonno, Pop. Lei non lo ha mai degnato di un’occhiata, a parte quando è andato a sbattere contro il palo del canestro perché la stava fissando. Ha sentito un forte sdeng per poi vedere il sangue colare dalla propria testa. Inizia a mettersi in gioco presentandosi come portiere all’allenatore della squadra di calcio. Alla partita è stato un vero fenomeno peccato che Destry non l’abbia visto. Inoltre, cominciano ad arrivare dei messaggi da un numero sconosciuto che sembrano conoscere i suoi sentimenti. Gli manda delle sfide che sembrano avere lo scopo di fare colpo sulla nuova ragazza, ma soprattutto sullo stesso Rob Fitzgerald. Una di queste è partecipare a un talent show o finire sul giornale. Il finale mi ha lasciato fino all’ultima pagina con il fiato sospeso, per la grande scoperta su Rob e su chi scrive i messaggi, per la storia del nonno e anche per Destry. Mi è piaciuto tantissimo questo libro per le innumerevoli battute presenti. Il mio personaggio preferito è il nonno, Patrick, chiamato dal nipote Pop. Vecchio, ancora di più del cane di Dio (detto da lui stesso quindi dovrà essere vero per forza), e abita in una residenza per anziani, che definisce “un posto in cui un mucchio di vecchie scorregge passa il tempo aspettando di morire” scommettendo a destra e a manca su chi sia il prossimo ad andarsene. Bravissimo a scacchi anche se dice molte parolacce ha sempre sostenuto Rob sotto ogni punto di vista. Mi ha fatto molto dispiacere scoprire la sua storia e che cosa ha dovuto passare. Se Rob si è innamorato di Destry Camberwick, allora io mi sono innamorata di questo libro. Ne vale davvero la pena leggerlo, anche se il finale mi ha lasciato piuttosto incuriosita. Non posso fare a meno di volere un due. La mia scena preferita è la seguente, dove Rob cerca di far capire ai genitori e a Pop ciò che farà sul palco della Milltown’s Got Talent per il talent show:
“-La meraviglia di questo spettacolo è che non sarò io a farlo. Be’ sarò io, in un certo senso, ma se riesco a liberare la mente nel modo giusto, non sarò io. Anche se sarò sul palco, non sarò io che lo faccio… -. -Ecco- disse il nonno. -È ufficiale, Rob è andato. Alan, chiama l’ambulanza mentre io ricavo una camicia di forza da un paio di tende.”
Un’altra scena che mi è piaciuta moltissimo è il dialogo fra Rob e il padre sulla storia d’amore con la madre quando si trovano al campo da golf:
“-È stato amore a prima vista quando hai incontrato la mamma? -gli chiesi. -Hai sentito della musica? Il contorno è diventato confuso mentre il tuo sguardo si focalizzava su di lei e hai chiesto al tuo cuore ballerino di stare calmo? -. Papà non si fermò né si voltò a guardarmi. -Sentivo della musica- rispose. –Sul serio? -. Ero eccitatissimo. -Eravamo in un locale- aggiunse. -Non riuscivi a sentire altro che musica. Heavy metal, mi pare-.
[…]
-Quindi niente scambio di sguardi in mezzo alla folla? -chiesi. -Lei mi venne addosso e io le rovesciai la birra sul vestito-. -Hai sentito il cuore cantare? -. -Più che altro piangere: non potevo permettermi un’altra birra-. -Amore a prima vista? -. -L’ho chiamata col nome sbagliato per un paio di settimane. La continuavo a chiamare Sandra-. Mamma si chiama Catherine. -Quando le hai chiesto di sposarti, ti sei inginocchiato? -. -Le ho mandato un biglietto che diceva “Che ne pensi di renderlo legale? -. -Papà! Ma neanche un po’ di romanticismo? -. -Doveva essersi presa il giorno libero-.”
Ma mi ha fatto ridere anche la scena seguente:
“-Nonno, ho bisogno di qualcosa in cui credere-. -Anche io- rispose Pop. -Io credo che mi farò un’altra birra-. Ne prese una dal frigo, la stappò e ne bevve un lungo sorso. -Dico sul serio-. -Anche io. Non scherzo mai quando si tratta di birra-. Mi sedetti sul divano del nonno e guardai fisso fuori dalla finestra. Era un pomeriggio magnifico e il giardino della residenza per anziani era splendido, meraviglioso direi. I sentieri si snodavano tra le aiuole e c’era una fontana che funzionava male al centro del lago. Perfino a quella distanza riuscivo a distinguere Jim che parlava con un’anatra. Era tranquillo. Ma non l’anatra, che invece sembrava un po’ agitata, o forse confusa. -C’è almeno qualcosa- chiesi più a me stesso che a chiunque altro -facile da realizzare che possa rendere il posto meno sofferente e ingiusto? -. -Certo che c’è accidenti- disse il nonno. -È la cosa più semplice di tutte-. Aspettai, ma a quanto parve aveva detto tutto. Stava seduto sulla poltrona fronte a me, fissava il muro e si succhiava i denti. Dovetti chiederglielo, anche solo per farlo smettere di fare quel fischio.
-E sarebbe?
-Cosa?
-Che cos’è?
-Che cos’è cosa?
-A volte, nonno, non so proprio perché parlo con te- dissi senza neanche cercare di eliminare l’esasperazione dalla mia voce. Avrei preferito che si rimettesse a fare quel fischio.
-Neanche io. “
Consiglio questo libro a tutte le persone che non ne hanno mai abbastanza di storie d’amore ma anche per chi ama i testi comici e umoristici.
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